Tutt’altro
che sprovveduta
un giorno
Aloe decise tout court
d’indossare
la muta.
Coinvolgendo
l’amica di sempre,
s’immersero
lentamente negli abissi,
riconfermandosi
creature dalle forti tempre.
Lo scopo
della missione era
di
stipulare con le cugine alghe un gemellaggio,
ardua
impresa paragonabile all’allunaggio.
A onor
del vero
la
difficoltà maggiore fu resistere
alle
temperature vicine allo zero,
ma erano
motivate dall’idea
di
battere il nuovo record
di una
aloe accompagnata da un’indivia
sciacquata
nell’oceano,
nonché
dalla fama
e dagli
onori spettanti agli eroi
che solo
certe incredibili gesta creano.
Esaurita
ancor prima dell’ossigeno
l’euforia
iniziale
per i
colori fluo e i nuovi amici,
capirono
ben presto
che
quella ovattata dimensione
non era
adatta a due contestatrici:
nessun
guinness valeva così tanto
se non vi
era la possibilità
di farsi
un bel canto.
Risalendo
in superficie
fu
considerazione di entrambe
che
senz’aria si rischia
di
diventare strambe.
E che se
si nasce dalla terra
l’acqua
salata è una divagazione
noiosa
quanto la clausura in una serra.
Alle due
avventuriere
tutto si
poteva chiedere
tranne di
dover stare mute
e alla
parola bandita nel regno di Nettuno
preferirono
la svestizione
delle
subacquee mute.
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