C’eravamo
tanto amati,
quand’eravamo
squattrinati.
Poi ti
sei messo a fare il giustiziere,
dimenticando
che già di per sé l’amore è un arduo mestiere.
Dai
grattacieli ai sobborghi ti sei vantato della tua natura bis
facendoti
prendere la mano, ampliando le vedute fino al tris.
Velato
con amici e parenti
abbiamo
fatto tutto all’ombra di una caverna,
neanche
fossimo adolescenti.
E se ti
sfinavi con il nero,
dei miei
colori invece io andavo fiero.
L’altra
si è infine palesata,
fuori
forma e alquanto sfasata,
rivendicando
da sinistra la precedenza,
meritandosi
di venire da me trattata
con
motivata diffidenza.
Ti
spetta forse la priorità?
Certamente
non in fedeltà,
le ho
risposto strafottente,
constatandola
fresca di permanente.
Disorientato
dal fatto di avere con le amazzoni scarsa
dimestichezza,
l’ho
aizzata, infastidito anche da quel décolleté
dall’innaturale turgidezza:
Quando
ti diceva di dover rispondere al segnale pipistrello,
correva
da me appesantito da un grosso fardello!
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