La
sopravvivenza del panda in estinzione
è garantita
dal bambù in germogliazione.
Per il koala
biascicante,
si sa, l’eucalipto
è molto importante.
La scimmia
dispettosa
della
banana è assai golosa.
Ma è del
maiale sfortunato
il
grugnito inascoltato.
Tutto è
utile del suino,
tranne il
verso che non lo aiuta
a
sottrarsi al destino meschino
e anche
se di lui non si butta via niente
la
blasfemia lo coinvolge direttamente.
Preso
atto di ciò, è il paradosso di qualche credo
che lo
salva dall’essere cucinato allo spiedo,
ritenendone
l’incarnato impuro,
da
evitare a priori, senza dover ricorrere allo scongiuro.
Il maiale
in questione non si offende di tale disgusto
e si
ritiene fortunato di essere nato nel posto giusto,
al pari
di una vacca sacra soggetta a mungitura,
che la
macellazione scampa, come il porco immondo la scannatura.
La nota
di colore è che mentre in India viene venerata
in altri
luoghi a una donna di facili costumi è comparata,
bistrattata
e obbligata in una corazza,
coriacea
a tal punto da abbassare le difese
solamente
al morbo che la rende pazza.
Riducendo
quindi all’osso la questione,
tra
muggito e grugnito non c’è distinzione,
sono
entrambi versi d’animali destinati al supermercato,
coinvolti,
loro malgrado, in espressioni di spregiativo significato.
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