Per la
calura sprizza allegria da tutti i dilatati pori,
cavalcando,
della gaiezza manifesta, l’arcobaleno di colori.
Infervorato
all’eccesso,
mai fidarsi
di chi ride troppo spesso.
Nel suo
ghigno c’è un non so che di sardonico,
una
sfumatura che tradisce l’aspetto tutt’altro che istrionico.
Losco
figuro dentro,
non è
dato sapere di chi sia parente o se abbia un baricentro.
Di
origine terrifica poiché ignota,
è un
invasato, non piantato in vaso, fanatico iscariota,
una
complessa personalità complessata,
il tipico
diffidente mago dell’imboscata.
Si chiama
Rodo, è ombroso, spigoloso e dall’ambiguo io,
difatti
il coinquilino verde bile Dendro gli abita all’interno
ricoprendo,
nel contempo, il ruolo dell’inquilino privo di brio.
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