Tondo e
dal pelo fulvo è il mostro Cerino,
ricorre spesso
e volentieri alla coercizione
minacciando
d’innescare lo stoppino.
Della
miccia si vanta spesso, fatto di nicotina,
non è un
pezzo d’artiglieria e fiuta trielina.
Pur non
essendo artificio della pirotecnica
si
accende con niente,
è un
incivile ordigno in carne e ossa
mai accondiscendente.
Benché
appaia piccolino,
poco più
di un pacchettino,
è
maggiorenne e tendenzialmente assassino.
A chi gli
chiede del fumo lui dà la manina,
non molla
la stretta e sputa addosso benzina,
precisando
che di un accendino non avrebbe nemmeno bisogno,
qualora volesse
tramutare il peggior incubo dell’ostaggio
in un
macabro sogno.
Pallone
gonfiato d’aria fritta,
all’improvviso
si dilegua per volontà, non per sconfitta,
perché, se
dalla paura trae giovamento,
è
nell’attesa tensiva dell’eventuale ritorno
che ricava
maggior appagamento.
Finita la
cuccagna
non si
lagna
ma si
procura altra manna,
da rollarsi
prima di andare a nanna
e tralasciando
la ninna impugna il fiammifero,
regalandosi
una cadenzata nenia più efficace di un sonnifero.
Odia
l’acqua, chi di lui non a torto sospetta
e coloro
che lo descrivono assetato di vendetta.
Alla fine
quel che gli importa è la capocchia rossa,
con la quale
si provoca una piacevole scossa,
dato che
solamente zolfo e sfregamento
gli
procurano un effimero, gran godimento.
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