Sul
vampiro si è letto e visto di tutto
salvo
concedergli il merito di saper elaborare un lutto.
Nessuno
escluso, volente o nolente,
della
vita altrui si appropria indebitamente,
avvalendosi
del tenebroso fascino dell’ammaliatore
che non
prova alcuna forma d’amore.
Riguardo
alla vamp languida, altera e misteriosa
il cinema
ha consegnato alla storia
l’archetipo
di una femme fatale viziosa
che, tra promiscui
atteggiamenti e festini,
rimanda
di sé la fuorviante immagine di diva assetata d’inchini.
Appariscenti
boa da maliarda
strisciano
su sangue che schizza in situazioni tragicomiche,
li
accomuna il fatto di succhiare a più non posso,
ma da
diverse parti anatomiche.
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